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Lotta contro il razzismo: il nuovo piano d’azione della Commissione europea

Con queste parole, nel suo lungo discorso sullo stato dell’Unione, la Presidente Ursula von der Leyen ha preannunciato il nuovo piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025 (dal titolo Un’unione dell’uguaglianza) che definisce le misure che la Commissione intraprenderà nei prossimi 5 anni per contrastare il razzismo – misure volte ad intensificare gli interventi, ad aiutare le persone appartenenti a minoranze, razziali o etniche, a far sentire la loro voce e a riunire tutti i soggetti interessati in uno sforzo comune per costruire un'Europa libera dal razzismo e dalle discriminazioni.

Il piano comprende azioni in campo legislativo, concentrate soprattutto sull’attuazione e sulla verifica dell’efficacia della normativa esistente, ma anche azioni dirette nei campi nei quali maggiormente ha effetto il razzismo (occupazione, istruzione, sanità e alloggio) nonché azioni positive volte ad invertire la tendenza. In esso inoltre la Commissione invita gli Stati membri, cui è affidata l'attuazione della maggior parte del bilancio dell'UE, che sono pertanto determinanti nella definizione di politiche e azioni a sostegno delle vittime di razzismo e discriminazione, a utilizzare al meglio i fondi disponibili per queste azioni nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e di Next Generation EU. Di seguito una breve rassegna delle misure previste dal piano.

In tema di legislazione, l'UE da tempo si è data un solido quadro giuridico, efficace per combattere la discriminazione, il razzismo e la xenofobia, ma si sta evidenziando la necessità di una revisione di questo quadro per individuare eventuali lacune da colmare e soprattutto per verificarne l’applicazione. Il piano prevede che nel 2021 la Commissione presenti una relazione sull'applicazione della direttiva sull'uguaglianza razziale cui faranno seguito, entro il 2022, gli atti legislativi collegati. Particolare attenzione sarà rivolta al ruolo e all’indipendenza degli organismi per la parità, organismi nazionali istituiti in attuazione di detta direttiva, che sono essenziali per garantire che le persone e i gruppi discriminati possano godere pienamente dei loro diritti ma che operano in modo differente fra loro in quanto i loro poteri e il loro funzionamento sono disciplinati a livello nazionale (nonostante una raccomandazione della Commissione del 2018 abbia cercato di ridurre tali difformità).

La Commissione intende garantire poi il pieno e corretto recepimento e l'attuazione della decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia, compreso l’incitamento all’odio online: per arginare questo fenomeno crescente, fino ad ora contrastato soprattutto attraverso codici di condotta sottoscritti dalle piattaforme informatiche, si profila una legge sui servizi digitali, tesa ad aumentare e uniformare le responsabilità delle piattaforme online e dei fornitori di servizi informatici, rafforzando al contempo la vigilanza sulle politiche relative ai contenuti delle piattaforme.

Attualmente, ad eccezione dei settori dell’occupazione e della formazione professionale, la legislazione UE contro la discriminazione si applica unicamente al sesso e all'origine razziale o etnica e non esiste un approccio orizzontale che copra tutti i motivi di discriminazione. Per colmare la lacuna la Commissione continua a caldeggiare l’approvazione della sua proposta di direttiva del 2008 volta ad attuare la parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale, per la quale è richiesta l’unanimità da parte del Consiglio.

Al fine di migliorare le attività di contrasto alla discriminazione ed evitare che nella loro applicazione si nascondano elementi discriminanti, la Commissione intende procedere anche ad un’analisi delle pratiche di profilazione svolte dalle autorità di polizia e verificare che non comportino esse stesse una discriminazione (che si concretizza in scarsa fiducia nelle autorità pubbliche e conseguente scarsità di denunce, come evidenziato nella recente strategia sui diritti delle vittime).

Nonostante il quadro giuridico predisposto, le indagini svolte evidenziano che negli Stati membri persistono disparità nell'accesso all'occupazione, all'istruzione, all'assistenza sanitaria e all'alloggio. Per questo motivo nel Piano la Commissione prevede di intervenire in questi campi con misure politiche e di finanziamento, in particolare nel quadro del piano d’azione del pilastro europeo per i diritti sociali, atteso nel 2021 (ma anche con i prossimi programmi Erasmus, Corpo europeo di solidarietà, EU4Health, per citare solo i principali, assieme ai fondi della politica di coesione). Sempre nel 2021 la Commissione intende anche presentare una garanzia per l'infanzia volta ad assicurare una migliore inclusione sociale di tutti i minori in stato di necessità e a garantire loro l'accesso ai servizi chiave.

Al fine di sostenere la lotta alla discriminazione e le persone appartenenti a minoranze razziali o etniche la Commissione dispone un certo numero di opportunità importanti all’interno del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), sia dirette sia indirette: oltre al nuovo programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (il principale strumento di lotta contro la discriminazione, il razzismo e la xenofobia), anche altri programmi, come Orizzonte Europa, contribuiranno a sostenere gli investimenti a favore dell'uguaglianza e dell'inclusione. Next Generation EU, il nuovo dispositivo per la ripresa e la resilienza, sosterrà gli investimenti e le riforme indispensabili per una ripresa duratura promuovendo al tempo stesso la resilienza economica e sociale e la coesione sociale e il suo sostegno darà agli Stati membri la possibilità di favorire l'inclusione dei gruppi vulnerabili, compresi i rom e le altre persone appartenenti a minoranze razziali o etniche.

Considerando il fondamentale ruolo delle organizzazioni della società civile (OSC) nella lotta contro razzismo e discriminazione, la Commissione continuerà a sostenere questa categoria di attori e si adopererà per creare una solida cultura di partenariato con loro, in modo da promuovere l'inclusione sociale, i diritti fondamentali e l'uguaglianza nelle politiche, dalla definizione all'attuazione, e incoraggia gli Stati membri a fare altrettanto.

Dal momento che il razzismo è un problema mondiale è importante che le azioni interne ed esterne dell'UE volte a prevenire e combattere questo fenomeno siano coerenti e si rafforzino reciprocamente: la lotta contro il razzismo e le discriminazioni è presente in tutti i pertinenti accordi internazionali conclusi dall'Unione e nei suoi documenti strategici sull'azione esterna, compreso il piano d'azione per i diritti umani e la democrazia e sarà inclusa anche nel prossimo piano, atteso entro la fine del 2020 (relativo al periodo 2020-2024). Il sostegno finanziario a queste azioni, finora garantito dallo strumento EIDHR, nel prossimo ciclo di programmazione rientrerà nel nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale NDCI.

A livello nazionale, nel Piano la Commissione incoraggia gli Stati membri ad adottare entro la fine del 2022 dei piani d'azione contro il razzismo e la discriminazione razziale sulla base di principi che la Commissione, in collaborazione con esperti nazionali, deve definire entro la fine del 2021.

Altre misure affrontate nel piano d'azione riguardano la sensibilizzazione e la lotta agli stereotipi razziali ed etnici attraverso i media, l'istruzione, la cultura e lo sport e una migliore raccolta di dati disaggregati per origine razziale o etnica. Inoltre la Commissione designerà ogni anno una o più capitali europee dell'inclusione e della diversità e nella primavera del 2021 intende organizzare un vertice contro il razzismo.

La Commissione intende infine adottare misure a livello di assunzione e selezione del suo personale che ne migliorino la rappresentatività e invita le altre istituzioni a intraprendere iniziative analoghe. Nominerà inoltre un coordinatore antirazzismo che opererà a stretto contatto con le persone appartenenti a minoranze razziali o etniche, facendosi portavoce delle loro preoccupazioni e che interagirà con gli Stati membri, il Parlamento europeo, la società civile e il mondo accademico per rafforzare le risposte politiche in materia di lotta al razzismo.

http://www.europafacile.net/ 

 

  

  

 

 

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